Cenni storici sulla Parrocchia Regina Pacis
La nostra Comunità, dieci anni prima della costruzione di questo tempio, aveva avuto inizio con l’arrivo di un sacerdote di Milano, che era stato segretario del Vescovo di santa memoria Mons. Luigi Santa nel vicariato apostolico di Gimma, in Etiopia, fino al 1943.
Era il 15 agosto 1954 quando don Pietro Casiraghi fu accolto dalla Chiesa Riminese inviato in questa zona dal Vescovo Mons. Emilio Biancheri. Iniziava il suo ministero pastorale con lo spirito missionario che lo distingueva per la lunga permanenza in terra africana, ospitato dalle famiglie della zona e circondato da sciami di ragazzi.
Fino a settembre la S. Messa veniva celebrata in un garage di proprietà della famiglia Zafferani in Via Zanotti, angolo Via Giangi. Dall’Ottobre 1954 fino alla primavera 1956 le Funzioni Religiose si celebravano presso una casa in attesa di essere ultimata, di proprietà della famiglia Martinini Nazzareno in Via Marchi, 10 temporaneamente prestata alla parrocchia. Intanto si definivano i confini della parrocchia sul territorio stralciato da S. Giovanni Battista, fino all’altezza di via Pascoli, da S. Maria Ausiliatrice, Bellariva e Colonnella.
Nel maggio 1956 era stato edificato un locale, chiuso a terrazza sulla Via Lagomaggio, di circa 100 metri quadrati, composto dalla chiesa e da altre due stanze. che servivano per abitazione, aule di catechismo e sagrestia.
La popolazione, venuta in gran parte dalla campagna e dall’alta collina, che con grossi sacrifici andava costruendosi la propria casa, collaborò generosamente, nei limiti delle proprie condizioni economiche, alla costruzione, stimolata dall’esempio di Don Pietro, impegnato anche manualmente. In data 1 giugno 1955, con bolla vescovile, veniva canonicamente eretta la Parrocchia di Regina Pacis. Il riconoscimento giuridico civile, con decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi porta la data del 27 giugno 1958. Nel frattempo Don Pietro aveva provveduto ad ordinare la statua della patrona allo scultore Stuffleser di Ortisei (Bz). La sera del 9 maggio 1956. alla stazione ferroviaria di Rimini, una folla numerosa accoglieva festosa l’artistica immagine di Maria. Da qui la statua della Madonna era portata in processione, accompagnata dalla luce delle fiaccole e dal canto di un inno, composto in parole e musica dallo stesso sacerdote, fino alla piccola chiesa e solennemente festeggiata il giorno seguente (ci sarebbe da notare che la Via Lagomaggio era ancora in terra battuta, senza asfalto e senza illuminazione pubblica!). Finalmente la comunità parrocchiale aveva una sua casa dove riunirsi per la preghiera, l’ascolto della parola di Dio, la celebrazione dell’Eucarestia e dei Sacramenti. L’attività di questo benemerito sacerdote, purtroppo, s’interruppe dopo appena tre anni nel marzo 1957, anche in conseguenza delle sofferenze patite in Africa, dove aveva sperimentato perfino la prigionia. Con grande amarezza, in silenzio come era giunto, senza neppure salutare la popolazione in festa per il carnevale, se ne tornò nella sua terra d’origine, pensando di essere ormai alla fine. Ebbe invece la fortuna di riprendersi in salute e continuare la sua missione nella chiesa milanese per molti anni ancora. Fu grande la consolazione quando potè tornare a visitare questa sua comunità sia per la solenne inaugurazione della nuova chiesa, il 15 maggio 1966, sia in occasione del XXV anniversario della comunità parrocchiale, trovando un quartiere che poteva ormai dirsi di città.
Don Pietro si era tenuto in contatto epistolare con la sua parrocchia fino all’ultimo, quando si spense serenamente a Missaglia di Como alla bella età di 84 anni.
Mons. Emilio Biancheri, che aveva sempre nutrito un affetto particolare per questa comunità da lui voluta, con gesto di benevolenza, il 17 Marzo 1957 inviava come secondo parroco, Don Bruno Bracci, già suo segretario e assistente delle ACLI. A lui, dopo appena due anni (nel 1959) si deve la costruzione di una chiesa più ampia nel luogo ora occupato dall’attuale Sala S.Giuseppe) della canonica. Inoltre Don Bruno provvide alla costruzione del Centro Sociale di via Lagomaggio, nel posto dove era stata costruita la prima cappella. Questo complesso doveva rispondere alle esigenze della numerosa popolazione e della gioventù che trovava qui un punto di riferimento sicuro. Il grande edificio, ampliato in più riprese anche per le difficoltà economiche del momento, potè ospitare il Circolo Giovanile, il Circolo Acli e la Scuola Materna.
Per diversi anni il piano superiore è stato messo a disposizione dell’amministrazione comunale, allora carente di aule scolastiche, ad uso delle scuole elementari. Al piano terra, quella che era stata la prima chiesa, venne adibita a teatrino, sala cinema e da riunioni. Nei mesi estivi, poi tutto l’ambiente veniva utilizzato come casa per ferie della Gioventù, con relativa mensa-ristoro, di cui allora era molto sentita la necessità, in favore del turismo giovanile.
Tale attività, che aveva dato la possibilità di ripianare i debiti contratti, non rispondendo più allo spirito iniziale, per le mutate esigenze del turismo giovanile, è andata pian piano esaurendosi fino alla chiusura definitiva nel 1984. Ma l’attività trainante del Centro Sociale era focalizzata nel circolo Acli, che in questo periodo visse i suoi momenti più significativi, anche per il fervore iniziale che ha ogni istituzione. L’associazione nazionale ACLI, infatti, era nata nel 1945 e Don Bruno ne era stato assistente diocesano. Questo circolo non era inteso unicamente come luogo di distensione e divertimento, ma anche di socializzazione e formazione, con assemblee, dibattiti e cineforum. I giovani avevano un loro spazio anche nel consiglio direttivo e ne erano l’elemento trainante. Di lì prendevano slancio anche le attività sportive, in particolare il calcio, perché la parrocchia ebbe la piena disponibilità del campo sportivo fino al 1971, quando l’amministrazione comunale ne decise l’esproprio, pur rimanendo a disposizione delle varie società sportive della zona. Nel 1962 i confini della parrocchia. che arrivavano fino a via Pascoli, furono ristretti fino a metà di via Praga. Era stata, infatti, inaugurata la nuova parrocchia di Cristo Re, alla quale fu assegnata la chiesetta di via Praga, costruita nel 1958 sul terreno donato dal Sig. Cenci per la creazione di una chiesa succursale. Anche se il perimetro della nostra parrocchia si restringeva, la popolazione aumentava a causa dei nuovi insediamenti. A Don Bruno Bracci si deve soprattutto la costruzione della grande chiesa attuale, su progetto degli architetti romani Ercadi e Costa, approvato per la costruzione dal Genio civile, in data 7 maggio 1962 . La sovrintendenza dei lavori era affidata all’ing. Giorgio della Biancia, che aveva già progettato ed eseguito tutto il complesso del Centro Sociale. Domenica 8 settembre 1963, alle ore 15.30, veniva deposta la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale dal Vescovo Mons. Emilio Biancheri. Nelle fondamenta veniva posta una pergamena, il cui testo è riportato nella pagina seguente.
Nel 1965 la chiesa era già in funzione, specie nei mesi estivi, anche se ancora incompleta. Fi-nalmente il 15 maggio 1966, completata col pavimento in marmo, veniva solennemente inaugurata. L’altare, posto al centro del presbiterio, secondo le nuove norme liturgiche, veniva consacrato dal Vescovo con grande esultanza della comunità parrocchiale. A fine settembre dello stesso anno, stanco per il grosso impegno profuso in tanto fervore di opere, Don Bruno rimetteva il mandato nelle mani del Vescovo, che chiamava a succedergli Don Ferdinando Zamagni.
Ormai le grosse costruzioni erano completate, anche se le cambiali, benevolmente avallate di persona dal Vescovo, gravano per diversi milioni sul bilancio economico della parrocchia. Ora l’impegno primario era quello di consolidare le fondamenta spirituali della comunità parrocchiale, curando le diverse attività col generoso apporto dei collaboratori che si sono succeduti fino agli anni ottanta. Dobbiamo anzitutto ricordare Don Raimondo Frisoni, che operò nel difficile trapasso di gestione del 1966.
Seguirono poi Don Natale Imola, Don Enrico De Luigi e Don Tonino Fraticello. La bella chiesa ormai completata richiedeva alcune necessarie rifiniture. Nella Domenica del 2 luglio 1967, alla S. Messa Vespertina delle 17,30, veniva benedetto dall’eccellentissimo Vescovo Emilio l’artistico Crocifisso ligneo di altezza naturale (cm.165) dello scultore Demetez di Bolzano.
Nel progetto originale era prevista anche la costruzione del campanile, ma poi si è optato di porre sul tetto della Chiesa, già abbastanza alto, una grande croce in lega metallica di circa quattro metri, internamente illuminata (in modo da poter essere notata a distanza), alla quale sono collegati gli altoparlanti che amplificano il suono delle campane.
In seguito si pensò alla sistemazione definitiva del presbiterio, dando mandato a persone esperte dell’apostolato liturgico, per lo studio della forma migliore, consona allo stile della costruzione e rispondente alle norme liturgiche suggerite dopo il Concilio Vaticano II. Suor Michelangela di Milano, laureata in architettura, disegnò cosi il Tabernacolo, in lega bronzea, a forma di pane, con impresse le due lettere dell’alfabeto greco simbolo della divinità. Esso è sostenuto da un traliccio in ferro battuto, eseguito dall’architetto Benetton (famoso anche per opere eseguite al di fuori dei confini italiani). Anche le vetrate, realizzate con un luminoso accostamento di colori, formano un tutt’uno con le decorazioni del presbiterio, richiamando la sofferente umanità di Cristo e la sua divinità, proiettate verso la gloria celeste. Anche la sede del celebrante e l’ambone hanno avuto una sistemazione definitiva. L’altare, poi, è stato arricchito dal paglietto in ceramica rappresentante la moltiplicazione dei pani offerti da un bimbo. Nel 1975 abbiamo celebrato la data del ventesimo anno della costituzione della nostra Comunità con una Festa particolare accogliendo l’Immagine Miracolosa della Madonna di S. Chiara, detta della Misericordia, che nel ricordo del 125° anniversario del prodigioso movimento degli occhi stava compiendo il giro nei principali centri della Diocesi. Dal 1 maggio sostò nella nostra chiesa (la sola per la città) fino al pomeriggio del 4 maggio, quando fu accompagnata, con un lungo corteo di macchine alla Chiesa Cattedrale per le solenni celebrazioni conclusive dell’11 Maggio. In occasione dell’Anno Santo, anche la nostra Comunità parrocchiale partecipò al Pellegrinaggio Diocesano presieduto dal Vescovo, riempiendo due autobus. Il 21 Ottobre 1979 abbiamo celebrato il 25° Anniversario della formazione della nostra Comunità Parrocchiale con una adeguata preparazione. La sera precedente il Vescovo Giovanni Locatelli ha celebrato la Messa vespertina con grande concorso di popolo. La domenica, alle ore 11, venne celebrata, da D. Pietro Casiraghi (che era stato il primo parroco), la S.Messa Solenne accompagnata dal gruppo cantori della Parrocchia. Nella omelia, con toccanti parole Don Pietro ha rievocato gli inizi del suo ministero pastorale nella zona e la costruzione della prima cappella. E’ stato un incontro quanto mai commovente per lui e per quanti ebbero la gioia di rivederlo.
La Festa si concluse con la Processione e la S. Messa officiata dal Vicario Generale. Non si poté più far uso dei fuochi pirotecnici, come era solito fare nei tempi precedenti, per la vicinanza dell’Ospedale e i troppi insediamenti civili.
STORIA ATTUALE
Il 7 giugno 1980, il Vescovo Mons. Giovanni Locatelli, inviava Don Giovanni Bologna con un mandato più ampio di semplice collaboratore (detto comunemente cappellano), cioè con diritto di successione, anche per la salute malferma del Parroco che qualche mese prima aveva subito un serio intervento chirurgico. Il campo d’azione del nuovo collaboratore era quindi esteso in ogni direzione. Era ormai necessario un avvicendamento e in data 30 giugno 1986, il Vescovo GiovanniLocateli, accettava la rinuncia di Don Ferdinando, invitandolo a rendersi disponibile come collaboratore di Don Giovanni Bologna che diventava così il quarto Parroco di Regina Pacis.
Nel 2008 è subentrato Don Lauro Bianchi fino al 31 maggio del 2016, data in cui, in occasione della Visitazione, è arrivato Don Raffaele Masi, attuale parroco di Regina Pacis.
Uno scorcio della processione davanti alla prima chiesa. Via Lagomaggio era molto diversa, e via Rovetta … ancora non esisteva! Al suo posto solo campi e prati con qualche arbusto.
Oggi come allora, un automobile adornata porta Maria per le strade della parrocchia.
I fedeli attendono la statua di Maria.
I ragazzi festanti seguono la statua in un carretto addobbato … Qualcuno si riconosce?!!!
Don Pietro Casiraghi in una foto ricordo e durante una celebrazione (Notate che il tabernacolo alle sue spalle è quello che ora accoglie il Santissimo Sacramento durante il Triduo Pasquale).
Il cantiere della nuova chiesa.